Cos’è un ”muro” e dove trovarlo? Quali sono le piste più ripide d’Europa? Come si calcola la pendenza e la difficoltà di una pista?
Le piste da sci si classificano in maniera diversa in base alla pendenza del terreno. La segnaletica posta all’inizio e lungo la pista, permette di sapere la difficoltà, il nome e il numero di quel percorso. Quattro sono i tipi di pista che si possono incontrare, divisi in base al colore: verde, blu, rossa e nera.
Classificazione delle piste da sci
Vediamo nel dettaglio la classificazione delle piste da sci con cui vengono definiti i tracciati nelle skiarea: per le piste di discesa è prevista una classificazione (norme UNI): la pista “nera” possiede tratti significativi con pendenza superiore al 40%; la pista “rossa” presenta pendenza in tratti significativi tra il 25% e il 40%; la pista “blu”, ha pendenza in tratti significativi inferiori al 25% ed infine la pista “verde” ha una pendenza inferiore al 5% e generalmente corrisponde ai campi scuola per principianti alle primissime armi.
Per le più difficili è prevista l’esposizione del cartello che indichi agli sciatori che stanno affrontando un tracciato “per esperti”. Comunque oltre il 40% non esistono altre classificazioni, tutto rientra nelle descrizioni delle diverse esperienze maturate dagli sciatori.
C’è da precisare che la percentuale di pendenza presente sulla segnaletiche delle piste esprime il valore medio su tutta la lunghezza della pista. Questo vuol dire che potrebbe capitare di incontrare pendenze del 40% anche sciando su piste di colore Blu. In genere comunque si tratta di pezzi molto brevi che prendono il nome di “muri”.
Ma non basta la percentuale per valutarne l’effettiva pendenza. Occorre calcolare la tangente dell’angolo formato dalla base orizzontale e la linea di discesa e moltiplicare questo valore per cento. Comunque, per semplicità diamo una sintetica tabella pendenza/gradi di questi valori in modo da avere un’idea di massima:
pendenza di 10 gradi = 17%
pendenza di 20 gradi = 36%
pendenza di 30 gradi = 58%
pendenza di 40 gradi = 83%
pendenza di 50 gradi = 119%
Al di là de muro
Ed ora che abbiamo capito quali sono i parametri tecnici per assegnare un colore a ciascuna pista e come si valuta la pendenza di una pista andiamo a vedere quali sono i “muri” più famosi e spaventosi in Europa!
Sulla base di queste “misure” per le piste di discesa il record di pendenza viene attribuito alla “Harakiri” di Mayrhofen (Tirolo) che, su una lunghezza di 1.300 metri, vanta una pendenza massima del 78%. Identica percentuale da record la esibisce la “Piculin” di San Vigilio Marebbe (nell’area di Plan de Corones) sui suoi 2 chilometri di sviluppo.
Di poco inferiore la “Holzrise 2” alla Croda Rossa di Sesto Pusteria che, con un dislivello 320 metri e una lunghezza di 720, va a toccare il 77%.
Arriviamo allora alla “Franco Bertod”, che dai 3.210 metri iniziali scende per 3,8 chilometri ai 1.510 metri di La Thuile, per formare un “muro” che tocca il 73% di pendenza.
Valori alti li detiene anche la “Direttissima” che dai 2.100 metri dello Spinale scende per 2,4 chilometri a Madonna di Campiglio. E’ l’ultimo muro a spaventare i meno bravi e coraggiosi, si chiama “muro Schumacher”, sempre ghiacciato e con una pendenza del 70%. Anche il “Canalone Miramonti” non scherza toccando un bel 63% di pendenza.
Bella ripida, 66%, è anche la “Nera” a Folgarida, nello Skirama Dolomiti del Brenta. Un tracciato severo nato nel 1967 e disegnato da Ermanno Nogler: parte da 1.854 metri, arriva a 1.300 metri per una lunghezza di 1.850 metri.
Uscendo dai confini nazionali una bella discesa adrenalinica resta la direttissima di Kitzbuhel, con pendenza massima del 70%.
Verbier è famosa per i vari e lunghi tracciati fuoripista, quello più battuto è quello che scende dal Col des Gentianes (2.950 m.) sino a Tortin (2.050 m.) ed infatti la “Tortin” rappresenta una bella impresa anche per gli sciatori esperti.
Bella, scenografica, ma anche terribile la “Grand Couloir” di Courchevel, che parte da in cima al Saulire (2.723 m.) e scende a Verdons con una prima parte in cresta (con uno strapiombo per lato) e poi si infila in una successione di “corridoi” (couloir) sempre in forte pendenza e pieni di gobbe.
Diversa ma sempre una bella impresa è la “Chevanette”, meglio conosciuta come “Le mur suisse”, che da Avoriaz (nelle Portes du Soleil) va verso il versante svizzero: nei primi 100 metri si arriva al 76% di pendenza tra mille gobbe, per “rilassarsi” su percentuali sempre intorno al 50% in seguito.
All’Alpe d’Huez la pista più celebre prende il nome dal ghiacciaio sottostante al Pic Blanc ed è la “Sarenne” (1.900 m. di dislivello, da quota 3.330 m.), una “nera” che grazie alla sua lunghezza di quasi 18 chilometri risulta il tracciato di sci più lungo del mondo. Ma la pista mozzafiato è la “Tunnel”, chiamata così per un tunnel artificiale che consente di cambiare versante e compiere la discesa vertiginosa fino al Lac Blanc.
Chi è abbastanza coraggioso da provarli tutti? Prima però assicuratevi di essere in perfetta forma!