E’ la domanda che tutti, almeno una volta, ci siamo posti. E’ più facile sciare o fare snowboard? Un quesito questo che è molto frequente in chi, per la prima volta, decide di mettere gli sci o la tavola ai piedi, ma che molto spesso abita anche nella mente, o forse si insinua nella curiosità, di chi scivola o surfa sulla neve da anni.
La risposta la si ricerca sovente nelle parole di maestri esperti, che in base alle loro inclinazioni o al loro percorso, guideranno l’allievo nella giusta direzione, accompagnandolo, passo dopo passo, verso la scelta giusta, più idonea alle inclinazioni individuali.
Entrambe le discipline presentano sfide ed opportunità. Sfide per confrontarsi con le proprie paure, capire i propri limiti, affrontarli e migliorarsi. Opportunità di conoscere se stessi, le proprie capacità, trovare un nuovo equilibrio, dedicarsi a una disciplina ricca e assaporare quella sensazione di libertà che si impadronisce di tutto il corpo, mente e anima compresi, durante le discese.
Abbiamo chiesto ad alcuni istruttori professionisti di aiutarci a rispondere a questa importante domanda.
Cosa aspettarsi durante le lezioni per principianti
Cominciano dalle basi, i metodi e le tecniche di insegnamento sono differenti, proprio per la natura diversa delle due discipline.
Lezioni di sci per principianti
«La prima esperienza è un avvicinamento a tutto ciò che è il mondo della neve poiché si ha a che fare con un’attrezzatura che è pesante – ci dice Riccardo Varoli, 31 anni, maestro di sci ad Andalo – All’interno della prima parte della lezione si va a sensibilizzare il contatto con lo sci, la sensazione di scivolamento sulla neve, il sentire la lamina, che è quella che ti permettere poi di frenare. Questo consente di cominciare a prendere una certa confidenza sia con l’attrezzatura e sia con l’ambiente. Una volta fatto questo, si parte da quello che è l’insegnamento dello spazzaneve e della frenata, che viene identificato come livello 1».
Lezioni di snowboard per principianti
«Le aspettative durante la prima lezione per principianti sono molto soggettive. Variano in base all’età, all’agilità, agli sport che si praticano normalmente, alle problematiche e ai traumi precedenti, al fisico, alla voglia di imparare, alle condizioni della neve e del meteo e all’attrezzatura. In generale, i primi approcci si hanno con lo scivolamento delle dita dei piedi e dei talloni, per riuscire a controllare la velocità e di conseguenza la frenata», racconta Giorgia Locatin, 27 anni, istruttrice di snowboard a Madonna di Campiglio.
«A differenza dello sci, con lo snowboard bisogna abituarsi a stare in equilibrio su una sola lamina. Questo è un importate dettaglio che non deve essere sottovalutato. All’inizio si impara a capire come funziona lo snowboard. Si muovono i primi passi verso la gestione del movimento di frenata, ovvero la posizione di stop», ci dice Davide Depaoli, 30 anni, istruttore di snowboard ad Andalo.
Progressioni e livelli di avanzamento
Nello sci esistono sette livelli di progressione, mentre nello snowboard ne esistono tre.
Livelli di avanzamento per lo sci
«La progressione arriva quando si inizia ad avere un buon controllo e si è acquisita una dimestichezza con la frenata – sottolinea Varoli – Una volta superato il livello uno, si passa al livello due. Un livello sempre elementare, dove le curve vengono fatte ancora a spazzaneve. Tuttavia, se abbiamo posizionato bene il peso, se abbiamo dato la direzione, verrà quasi naturale cominciare ad avvicinare gli sci e a formare quello che viene chiamato sci parallelo. Siamo ancora sulle piste verdi/blu. Nella fase successiva, quindi il livello tre, solitamente si comincia a parlare di sci parallelo. Ci si focalizza sul cambiare direzione tenendo gli sci abbastanza vicini, sul provare ad eseguire delle curve in modo consecutivo affrontando anche delle pendenze medie, quindi magari su piste anche rosse ma facili. Nel livello quattro, abilità intermedia, iniziamo ad usare i bastoncini che ci aiutano a definire bene l’inizio e la fine di una curva, ma soprattutto la direzione del bacino, in modo da aggredire maggiormente il terreno. Ovviamente, con l’avanzare di livello, aumenta anche la velocità. Dal livello quinto si inizia ad affrontare il discorso, e quindi la pratica, di quelli che sono gli archi di curva, ossia il mantenimento di un arco di curva dall’inizio alla fine, una curva ad ampio, medio e corto raggio, in diversi tipi di ambienti. Da qui in poi abbiamo il livello sei, quello che viene definito agonistico e il livello sette, quello sportivo. Nel primo si perfezionano maggiormente le curve e si ricerca velocità e precisione su pendenze anche importanti. Nel livello sette, invece, l’ultimo, si va a ricercare l’accelerazione».
Livello di progressione per lo snowboard
«Nel secondo livello, che io definisco la seconda fase – racconta Depaoli – comincio ad affrontare anche l’altra lamina, ovvero quella delle punte. Acquisisco una maggiore sensibilità con l’attrezzatura e con l’ambiente, sposto il baricentro, sento meglio il mio corpo. Si tratta proprio di ricalibrare tutto il mio sistema. Una volta, quindi, affrontata la nuova lamina, incomincio a mettere insieme tutto ciò che ho appreso fino ad ora, per cui assemblo le curve, dai talloni passo alla tavola piatta, alle punte e inizio a perfezionare questi movimenti del corpo sull’attrezzatura. Dopodiché nella fase successiva si presta attenzione a come mi muovo nello spazio, come muovo l’attrezzo nello spazio e come si muove l’attrezzatura nello spazio. Si affrontano i primi trick e ho i primi contatti con le tecniche legate allo snowpark. Da qui si passa al livello tre, che è quello avanzato».
Preparazione fisica
Essere allenati, praticare, quindi, qualche sport, o semplicemente andare in palestra è ottimale. Avere una buona fisicità e una muscolatura abituata al movimento è importante per affrontare entrambe le discipline. L’attività fisica, infatti, rinforza muscoli e ossa, aiuta a sopportare lo stress fisico. Inoltre, il corpo già abituato ad allenarsi si stanca meno dopo varie ore passate sugli sci o sullo snowboard. In generale, il piano di allenamento dovrebbe focalizzarsi sul rinforzo di quadricipite, muscoli addominali e quelli delle spalle.
Allenamento per lo sci
«Esistono tutta una serie di esercizi di pre-sciistica focalizzati sulla mobilità della articolazioni. Lo stato fisico è molto importante, esercizi a corpo libero sono utili, soprattutto quelli di equilibrio e di propriocezione. Una muscolatura solida, addominali allenati e gambe forti sono consigliati. Nella vita fuori dalle piste, il nuoto è, per esempio, potrebbe essere un ottimo sport che prepara il corpo ad affrontare lo sci», spiega Varoli.
Allenamento per lo snowboard
«La preparazione fisica è molto importante in quanto può ridurre la possibilità di farsi male. I muscoli sono allenati e, quindi, si proteggono meglio le ossa. Inoltre, permette di essere più agili e di stancarsi più lentamente e quindi godersi al meglio la giornata», spiega Locatin. «All’inizio – dice Depaoli – molti principianti provano dolore alle braccia e soprattutto ai polsi poiché quando si è a terra si fa leva su queste parti del corpo per rialzarsi. Sono parti del copro che nello snowboard vengono molto sollecitate. Per cui consiglio sempre di allenare bene la parte della braccia, del busto e della schiena».
Esplorare le differenze
Quando puoi andare fuori pista con gli sci
«In generale, il fuori pista non è consigliabile. Tuttavia, se proprio siamo desiderosi di cimentaci in un freeride bisogna avere un controllo e una padronanza della tecnica molto avanzati, anche perché c’è sempre il rischio di valanghe, per cui è importantissimo controllare costantemente il bollettino valanghe. Detto questo, fondamentale per il fuori pista, per la sicurezza individuale ed altrui, è l’attrezzatura – sottolinea Varoli – L’equipaggiamento da tenere sempre con sé comprende Arva (dispositivo elettronico che permette di individuare eventuali persone sommerse da valanga tramite un segnale radio acustico, ndr), sonda (un attrezzo che serve per individuare la posizione corretta e la profondità della persona sommersa dalla neve, ndr), la pala da valanga utilissima per il salvataggio e lo zaino con airbag. Per chi vuole sperimentare il fuoripista, quindi sciare su neve fresca, il mio consiglio è quello di provare i tracciati presenti ai bordi delle piste “normali”, ossia quelle che tutti percorrono. Attenzione però, e questo lo ripeto sempre a tutti i miei allievi, se si decide di lasciare la pista principale, quando si rientra bisogna guardare a monte per vedere chi arriva e dare la precedenza».
Quando puoi andare fuori pista con lo snowboard
«Generalmente in fuori pista non si va a meno che non sia con una persona esperta e di cui ci si fida, con una persona, cioé, che ha bene la consapevolezza di come è posizionata sulla tavola e che riesce ad adattarsi facilmente in caso di necessità, quindi in neve fresca (baricentro leggermente arretrato). Se si vuole solamente provare senza rischiare di trovarsi in situazioni scomode o complicate è meglio misurarsi ai bordi pista così, in caso di necessità, basterà camminare qualche metro per ritornare in pista, soprattuto se non si è esperti e non si ha ancora acquisito una certa dimestichezza con la disciplina», spiega Locatin.
Cosa puoi fare davvero sugli sci e sullo snowboard?
In entrambe le discipline, una volta appresso abbastanza bene, si può cominciare ad affrontare quello che è il mondo dello snowpark e di conseguenza del freestyle. Qui, infatti, una serie di attrezzatura fra cui, kickers, halfpipe, rail, box, etc., ci permettono di misurarci con salti ed evoluzioni.
«Nello snowpark, il primo passo è quello che viene definito dello speed-check – ci racconta Varoli – ossia verificare quanto posso saltare per arrivare al kicker. Si procede piano piano e soprattutto si rispettano delle regole importanti: i salti si fanno a turni, si aspetta che quello prima ha terminato e poi si parte, non si sosta sui kicker. L’ideale sarebbe avere una persona che si prende la responsabilità di organizzare i turni, di avvisare in caso di cadute ed infortuni», spiega Varoli.
«Nello snowboard, un rider di un buon livello intermedio, che ha cominciato a metter insieme già bene le curve può approcciarsi a un salto con rotazione a 180 gradi. In generale, uno snowboarder, cosi come uno sciatore, può essere iniziato al mondo del freestyle piano piano, con le dovute precauzioni».
Sicurezza ed infortuni
Perdita di controllo, gestione sbagliata della velocità, una brutta caduta possono causare anche dei traumi, a volte anche seri. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, chi pratica sci alpino è più soggetto a lesioni degli arti inferiori (oltre il 50% dei casi) ed in particolar modo del ginocchio. Più rare quelle agli arti superiori. Le lesioni del ginocchio più frequenti sono: legamento crociato anteriore; meniscali e loro associazione, fratture del piatto tibiale. Al contrario, chi pratica snowboard è più soggetto a lesioni degli arti superiori, soprattutto la lussazione di spalla e la frattura del polso. Il Sistema Nazionale di Sorveglianza sugli Incidenti in Montagna (SIMON), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha rilevato che una delle cause degli incidenti che accadono sulle piste da sci è la stanchezza. I traumi più frequenti tra gli sciatori, specie quelli che riguardano il ginocchio, infatti, accadono con maggior frequenza alla fine di una giornata passata sulle piste o alla fine della vacanza.
Come affrontare gli impatti di risalita
Quando si prende la seggiovia gli sci non vanno sganciati, ma appoggiati sui poggiapiedi. Per lo snowboard, invece, si sgancia un piede dalla tavola e la si posizione sul poggiapiedi. Una volta arrivati a destinazione si scivola su un piede solo.
Una questione di stile
Ogni stile ha la sua personalità. Il mondo dello sci è caratterizzato da una serie discipline, anche molto diverse fra loro. Per facilità, possiamo dire che esistono due “stili” principali, ossia la discesa e il Telemark. Tuttavia, esistono una serie di stili che potremmo dividere in categorie o gruppi. Nel mondo del freestyle, per esempio, esiste il freestyle alpino, new school e freeskiing. Poi c’è tutta la categoria dello sci nordico, e quindi quello “classico” e quello jumping. Infine, altre discipline affini fra cui lo Snowkite o l’adaptive skiing.
«Nello snowboard- spiega Locatin- più che stili diversi esistono vere e proprie discipline differenti, come avviene per lo sci. In generale troviamo il boardercross, il jibbling, il freestyle e l’hard, lo snowboard alpino, e il cruising generico che è quello che praticano il 90% delle persone. Hanno tutti caratteristiche diverse. Il boardcrossing, per esempio, richiede delle tavole più lunghe, dure e veloci con una forma direzionale e più sciancrata in modo da essere più performante sulle paraboliche e nei course di boarder. Il jibbling, al contrario ricerca tavole più morbide e corte. Per il freestyle, in quanto rientra sia la parte jibbling (rail e box) sia la parte salti, si cercano delle tavole un po’ più rigide in modo da avere più sostegno in caso di salti più grandi. Infine, per lo snowboard alpino troviamo tavole molto lunghe e al contrario delle altre discipline lo scarpone è rigido e simile a quello dello sci e la posizione della tavola è molto direzionata in avanti, quasi completamente frontale».
La scelta giusta
Quello dello sci e dello snowboard sono due universi molto differenti, accomunati da un unico ambiente, la neve. Probabilmente non si tratta di capire se uno è più facile dell’altro, ma comprendere qual è la disciplina che più si addice alla personalità, all’inclinazione e alla curiosità individuale. Affidarsi a un insegnante esperto è fondamentale per capire qual è la strada giusta da percorrere.