Per arrivare preparati alla stagione invernale, è buona norma fare un ripasso anche sulla scelta dell’attrezzatura da sci. Oggi parliamo di abbigliamento da montagna e di come vestirsi sulla neve.
Questo è, infatti, il momento giusto per godere a pieno delle mille possibilità che la neve ci offre ma ad una condizione: non dimenticare il giusto look.
Diversi fattori influiscono nella scelta dell’abbigliamento giusto per ciascuno di noi, il comfort, la funzionalità, la protezione dal freddo, il prezzo.
Vogliamo giacche da neve che ci tengano caldo e ci proteggano da vento e freddo, ricerchiamo leggings impermeabili ma che al contempo siano anche comodi e leggeri. Ci ricordiamo tutti le calzamaglie di lana che i nostri genitori ci costringevamo ad indossare e che ci prudevano tutto il giorno. Oppure le improbabili salopette da neve dai mille colori di cui ancora oggi ci vergognano a vederne le foto?
Quei tempi sono (fortunatamente) finiti. Oggi sono molte le case produttrici di abbigliamento che hanno dedicato ampio spazio alla creazione di linee dedicate alle attività sulla neve producendo vestiti con materiali soffici e caldi allo stesso tempo, in grado di garantire la comodità per tutta la giornata di sci. La linea di abbigliamento per la neve Adidas, la linea di abbigliamento per la neve Brugi e la linea di abbigliamento per la neve Colmar sono forse le marche più note agli appassionati. Ma non di certo le uniche. Come in tutte le cose ci sono moltissime fasce di prezzo e di qualità, Occorre, infatti, decidere prima il nostro budget anche perché non sempre il prezzo elevato di un capo è indice di maggior qualità. Anche negli abiti da sci infatti la moda ha il suo peso e il suo prezzo.
Indaghiamo alcuni fattori tecnici che ci possono aiutare nella scelta del nostro abbigliamento da neve e sci.
Un completo da sci oggi è generalmente composto da:
1. Primo strato: è quello più importante perché ci protegge direttamente da freddo, vento, acqua e neve. Deve essere impermeabile e isolarci dall’esterno e deve prevedere delle giacche da sci tecniche abbinate a pantaloni da neve altrettanto performanti. Oppure in alternativa una comodissima tuta da sci aderente. Per i più freddolosi esistono in commercio un’ampia selezione di piumini da sci e pantaloni con strati interni imbottiti e super caldi.
2. Secondo strato: è altrettanto importante decidere cosa mettere sotto la tuta da sci. A seconda dei gusti e di quanto siete freddolosi, può essere un pile pesante o più leggero. A questo si aggiungono dei sotto-pantaloni caldi, se non ci bastano quelli termici.
3. Intimo termico: è il primo strato a contatto con la pelle e ha come funzione quella di costituire un tramite tra il corpo e gli strati successivi. Molte case produttrici hanno realizzato capi i cui tessuti hanno una fibra polipropilenica. Questo materiale ha un’alta capacità idrofoba, espelle l’umidità verso l’esterno della fibra, mantenendo il corpo caldo e asciutto.
4. Extra (mica tanto): cappello e guanti sono d’obbligo. C’è chi può sostituire il cappello con un casco o aggiungere lo scalda collo o addirittura il passamontagna. Calze ovviamente necessarie, anche qui uno o due strati a seconda di quanto patiamo il freddo.
Detto questo, altri fattori più tecnici influiscono nella nostra scelta e vanno attentamente ponderati. Vediamoli in dettaglio:
1. Impermeabilità
È il primo fattore che, solitamente, si tende a valutare in un capo da sci. Potrete trovare, oltre alle rassicurazioni del commesso, un indice standard per l’impermeabilità indicato con un numero e seguito dalla dicitura “colonne d’acqua”sulle etichette delle tute da sci e di tutti gli indumenti che necessitano di protezione dall’acqua. La colonna d’acqua è il metro di misura per l’impermeabilità di un materiale e va ad indicare la pressione che l’acqua esercita su un materiale prima che il materiale stesso lasci penetrare l’acqua. Il tutto viene misurato in millimetri e viene riempito un cilindro di diametro di 10 cm con dell’acqua. Con una colonna d’acqua superiore a 1.300 mm, il capo d’abbigliamento è impermeabile. Fortunatamente per noi le giacche da sci di medio livello hanno già un’impermeabilità di 5.000 mm mentre le più costose arrivano a 22.000 mm. Per effettuare una scelta dobbiamo pensare che, in caso di nevicata, sottoporremo l’indumento, per almeno 3-4 ore, alle intemperie. Se, quindi, una colonna di 5.000 mm dà sicurezze per le cadute, le battaglie a palle di neve e per una o due ore di nevicata, non lo darà sotto la pioggia o la neve molto bagnata. Per stare sicuri è, quindi, meglio orientarsi su valori minimi di 10.000 mm.
2. Indice di traspirazione
È fondamentale sopratutto per una tuta da sci intera ma importante anche per le giacche a vento e le altre tipologie di indumento. Va ad indicare quanto vapore acqueo la giacca riesce a far passare in un determinato lasso di tempo. È indicato in g/m2, ossia la quantità (in grammi) di vapore acqueo che un metro quadrato di tessuto riesce ad espellere in 24 ore, solitamente abbreviato in G. Un ottimo capo vanta 20.000 G di traspirabilità, la media è intorno a 10.000 mm e la base è 4.000 (livello che di solito è valido per i pantaloni, le giacche hanno qualche migliaio di più) sotto questo dato rischiate davvero di trovare delle tele cerate più adatte alla barca a vela che allo sci!
Questa caratteristica è essenziale anche per le calze da sci: avere freddo ai piedi è uno dei problemi più frequenti sulle piste! Necessario avere, quindi, calze tecniche, che facciano traspirare il sudore e riequilibrino il calore nei vari punti del piede.
Se per ottenere l’idrorepellenza si utilizza un trattamento di finissaggio sul tessuto esterno, l’impermeabilità e la traspirabilità si può raggiungere utilizzando membrane microporose o osmotiche che permettono alle molecole di vapore di uscire ma impediscono alle gocce d’acqua, infinitamente più grandi, di penetrare. La membrana più conosciute ed utilizzata dalle aziende di abbigliamento sci è il Gore-Tex.
3. Isolamento termico
Fondamentale per tenerci al caldo durante la giornata di sci, l’imbottitura intrappola l’aria per meglio mantenere la temperatura corporea. La piuma d’oca viene preferita per quanto può tenere caldo rispetto all’ingombro, ha un altissima capacità di intrappolare l’aria e allo stesso tempo un alto grado di comprimibilità. Ciò permette ai capi con questa imbottitura di essere estremamente leggeri e confortevoli, caratteristiche particolarmente apprezzate nei giubbotti da neve per le donne. Tuttavia, la piuma è da preferirsi in condizioni di climi freddi, ma con basso grado di umidità, in quanto il materiale ha un’alta capacità di legarsi alle molecole dell’acqua. Le imbottiture in microfibra sintetica, invece, posseggono proprietà simili alla piuma d’oca, ma hanno caratteristiche di idrorepellenza, che garantiscono massimo comfort anche in condizioni di alta umidità.
Nel campo dell’abbigliamento sci, le imbottiture più tecniche e conosciute sono quelle in Primaloft e in Polartec che permettono un ottimo isolamento termico e una buona comprimibilità, a fronte di bassissima ritenzione dell’umidità.
Scegliere l’abbigliamento da sci è una questione delicata e molto spesso di gusto personale. Occorre essere preparati a diverse condizioni meteorologiche, ne consegue che la scelta migliore è adattare il nostro abbigliamento alle condizioni della giornata. Avere più capi a disposizione è quindi probabilmente la scelta vincente.
Se avete ancora qualche dubbio su come vestirvi quando andate a sciare, ecco un video per toglierveli tutti…